Caduta dei capelli, in autunno e primavera, che fare?
Sgombriamo il campo da timori eccessivi davanti al fenomeno: la caduta del capello è un atto fisiologico e avviene in tutti noi, tutti i giorni e tutto l’anno, seppure con diverse gradazioni numeriche. Diverse statistiche indicano infatti che mediamente ne cadono un centinaio, chiaramente poi c’è chi ne perde di più e chi di meno. Fondamentale però è soffermarci un attimo sullo specifico termine che utilizziamo: “cadere”, e non “perdere”, perché quest’ultimo nella nostra psiche identifica un qualcosa di non più recuperabile, mentre invece dal bulbo il capello: nasce-cresce-cade, quindi rinasce-cresce-cade; e tutto questo ciclicamente. I capelli che abbiamo in testa perciò hanno tutti dai 2 ai 7 anni e se il bulbo resta vitale, nell’arco della vita li rigenera continuamente.

Quando avvengono in modo più marcato le varie fasi di questo ciclo.
In primavera e in autunno statisticamente siamo nella fase più accentuata della caduta fisiologica del capello, e questo avviene perché il ruolo di protezione termica che riveste la capigliatura è meno sollecitato.

NON ALLARMIAMOCI perciò osservando questo fenomeno fisiologico di caduta del capello durante le mezze stagioni perché quanto accade non è sinonimo di patologia del capello ed è inutile preoccuparsi di una fenomenologia del tutto naturale. Il constatare una caduta consistente nei periodi indicati non deve quindi fare pensare ad uno specifico problema tricologico, alimentando in noi un’ansia ingiustificata che può avere nocive tendenze auto-sabotanti. Evitiamo perciò lo STRESS, e valutiamo serenamente quanto osserviamo del ciclo dei nostri capelli.

La quotidiana caduta del capello é semplicemente un processo fisiologico naturale che in primavera in autunno subisce solo un sensibile aumento.

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